L’esperto: “I giovani hanno bisogno di esperienze che diano loro una maggiore autonomia. Solo così possono crescere”

ADOLESCENTI per sempre, anche a 20 o 30 anni. Ragazzi “iperprotetti” che non lasciano la casa in cui sono cresciuti anche quando sono ‘grandi’. Adulti tardi perché la tendenza è quella di non crescere mai. Si è già teen ager a 10 anni, soprattutto le bambine che nei paesi ricchi in genere sviluppano presto, mentre è divenuto più lungo il percorso che porta all’ingresso nella vita adulta, che può considerarsi la soglia dei 24 anni.  A rivelarlo, qualche giorno fa Susan Sawyer, direttore del centro per la salute degli adolescenti presso il Royal Children’s Hospital di Melbourne, in un articolo sulla rivista Lancet Child & Adolescent Health.

“L’adolescenza tende ad allungarsi nei paesi occidentali per diversi motivi, mentre per quanto riguarda l’entrata più precoce nell’adolescenza si registra un’anticipazione della pubertà dovuta a diversi fattori: una migliore alimentazione a base di proteine, maggiori attività sportive e la spinta del mercato che cerca di far cresere in fretta i bambini in modo che possano diventare consumatori autonomi. Creme e prodotti di bellezza per bambini favoriscono questo trend. – spiega Anna Oliverio Ferraris, docente di Psicologia dello sviluppo dell’Università La Sapienza – . I fattori  invece che favoricono l’allungamento dell’adolescenza sono il prolungarsi degli studi e la conseguente dipendenza dalla famiglia, la convinzione di poter rimandare l’assunzione delle responsabilità e le scelte di vita sine die,  il mito della giovinezza e della bellezza alla cui diffusione contribuiscono in larga misura i media dell’immagine”.

In passato – ricorda Sawyer nel suo studio – l’adolescenza si riteneva conclusa intorno ai 19 anni. Dal punto di vista biologico si considera l’età di ingresso nella vita adulta quella in cui si conclude lo sviluppo, cioè quando il corpo smette di crescere. Ma questa resta un’età tutt’altro che definita, secondo Sawyer. Il cervello dei giovani, ad esempio, continua a maturare oltre i 20 anni, funzionando sempre più velocemente e in maniera più efficiente. Altri aspetti della crescita corporea indicano che il periodo adolescenziale si estende oltre il compimento della maggiore età, si pensi ad esempio all’eruzione dei denti del giudizio che può avvenire anche a 25 anni.

Oggi è anche il tipo di società in cui viviamo a estendere il periodo adolescenziale. I giovani trovano lavoro tardi, tendono a sposarsi, fare figli e a rendersi indipendenti dai genitori molto più avanti negli anni. ” I figli oggi sono in una situazione di dipendenza. Sia perché gli adulti li “proteggono” troppo, sia perché a volte mancano le opportunità nel mondo fuori. Tra i 20 e i 30 anni sono molti i giovani che non si possono mantenere”, spiega Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta dell’età evolutiva e autore del libro Il metodo famiglia felice.

Gli esperti ricordano quanto sia importante durante l’infanzia e l’adolescenza dare spazio ai figli per renderli sempre più indipendenti. “Bisogna favorire le situazioni in cui possono mettersi in gioco al di fuori dall’esperienza scolastica – spiega ancora Pellai – . Anche durante l’estate dobbiamo chiederci: cosa stanno imparando? Sono utili piccoli lavoretti. Un ragazzo può fare l’animatore in un centro estivo e crescere, perché impara dinamiche nuove. Sono preziose anche le esperienze di associazionismo sportivo, politico o di volontariato, dove acquisiscono autonomia. Ma anche periodi all’estero, lontano dalla famiglia. E’ necessario costruire spazi d’azione”.

La parola chiave è fare esperienze fuori dalla famiglia, senza la protezione di un adulto. Solo così l’adolescente può imparare a gestire la sua vita e capire che può farcela da solo, senza paure. Viaggi, lavoretti e attività portano i ragazzi nel mondo reale. Anche perché oggi i giovani passano molto tempo su computer e tablet, in un mondo virtuale che può isolarli. “Grazie alle tecnologia i bambini sono oggi immersi in un bagno di informazioni che, da un lato, li pone in contatto con notizie che un tempo non li raggiungevano, – Oliverio Ferraris –  lasciandoli liberi di crescere secondo i ritmi naturali e, dall’altro, può creare delle insicurezze e delle paure in una età in cui non si è ancora pronti per confrontarsi con gli aspetti distruttivi dell’esistenza, il che può spiegare la difficoltà che molti incontrano, nell’adolescenza, di svincolarsi dai propri genitori, assumersi delle responsabilità e diventare indipendenti”.

per saperne di più https://www.repubblica.it/salute/2018/01/24/news/_ragazzi_troppo_protetti_ecco_perche_l_adolescenza_non_finisce_mai_-187182174/

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