Per saperne di più http://www.radiokafka.it/figlie-negli-occhi-dei-padri/

Sarebbe grave, e soprattutto dannoso, se una figlia non sentisse l’interesse del proprio padre. Questo ovviamente non significa che lui sia innamorato di lei, perché ciò riguarda il rapporto tra adulti. Mentre resta fondamentale l’asimmetria nel legame adulto-bambino.

Qui il punto è che l’interesse del padre, nei confronti della figlia, passi (e attraversi la linea della tenerezza, e non quella della sessualità.

È vero che il padre si inserisce sempre come elemento “terzo” nel legame tra madre e figlia. Lui amplia questa relazione, apportando nuovi elementi, e non rappresentando solo il “limite, la “realtà” o le “regole”.

Fondamentale è che la figura paterna non venga mai esclusa, o che si “deresponsabilizzi” escludendosi. Questo nel tempo finirebbe sempre nella mancanza di presenza, e quindi nella mancanza di interesse.
Finirebbe unicamente nell’intervenire con modalità inappropriate (scatti d’ira improvvisi, frasi cariche di rancore).

Le figlie, invece, hanno sempre bisogno di riconoscimento da parte del padre. E questo è un bisogno che deve essere accudito continuativamente.
Le figlie devono sapere che per i padri esistono!

L’accesso alla femminilità passa anche per questo riconoscimento paterno.
Questo sguardo che riconosce la figlia nel suo esistere come persona, e ciò avviene attraverso l’amore, la tenerezza e un complesso dialogo.
Il padre in tal modo “sorregge” l’emergere della figlia.

Senza questo riconoscimento, in assenza di questo sguardo, il rischio è che si sviluppi una “ragazza invisibile”. Una persona cioè accompagnata sistematicamente dal senso di inadeguatezza, che continuamente cerca infinite rassicurazioni e conferme.

Il legame tra padre e figlia, nella sua asimmetria, rappresenta che l’uno ha quel che manca all’altro. Ciò apre all’amore. Un luogo dove “circola” mancanza.

Qui si apre, inoltre, un aspetto fondamentale della crescita, che si genera proprio da un rapporto sano con la mancanza.
Il desiderio di sapere.

Anche da questo legame, da questa asimmetria, questa dimensione di “reciproche mancanze” e dal riconoscimento, nasce nella figlia il desiderio di conoscenza e di esplorare il mondo.
Per una figlia che ha dentro di sé una casa-paterna, cui non solo poter tornare, ma che rappresenta un continuo sostegno al suo essere.

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